Quel Sassolino Bianco
di Mauro Vanzini
Giocavo perché ero un bambino, le cose intorno a me riflettevano magia, se fissate con incanto.
Ho corso, perché le gare erano come la vita, ma inciampavo, trascinandomi dietro la semplicità di chi non conosce ancora le cause, né immagina gli effetti.
Erano dei grilli nella testa, pensavano.
La gramigna nelle crepe dei marciapiedi era la mia vera scuola, le siepi delle mie parti la mia geografia.
Non ho mai voluto comprendere le loro parole, non ho mai voluto essere come loro. Oggi capisco.
Ho studiato su dei libri. Imparavo cose meravigliose, ma subito le destrutturavo fino ad arrivare agli atomi. Mille teoremi di matematica possono contenere nient’altro che il vuoto, mentre il più piccolo sassolino di quarzo, l’infinito. Dipende da te…