Strani fenomeni in orbita
In poco più di quarant’anni il cosmo è stato visitato da oltre 400 astronauti di diverse nazionalità. Queste persone hanno vissuto molte esperienze “particolari”, persino mistiche, di cui però di solito preferiscono non parlare.
E’ ormai noto un fenomeno per cui gli astronauti che si trovano in orbita, da quel punto speciale d’osservazione, riescono a scorgere particolari e dettagli della Terra che, da quella enorme distanza, ovviamente non dovrebbero percepire.
Solo per fare un esempio: la sagoma di un uomo si riesce a distinguere chiaramente fino ad un massimo di un chilometro di distanza. Ad una distanza maggiore la figura inizia a perdere definizione, confondendosi con lo sfondo. Raramente e solo chi ha una vista veramente eccezionale riesce a vedere un po’ oltre.
Naturalmente però questo non vale per gli astronauti che si trovano nello spazio, la cui vista sembra subire in quel contesto, magiche trasformazioni, acuendosi in modo incredibile ed impensabile. Da un’altitudine di centinaia di chilometri, essi riescono infatti a distinguere edifici, navi, automobili ecc. E questo è un fatto così paradossale, che quando dallo spazio risuonò per la prima volta l’affermazione “Vedo due navi sul mare”, il personale di terra disse all’astronauta di smetterla di scherzare.
Solo quando altri episodi del genere incominciarono a verificarsi e ad accumularsi, gli scienziati dovettero avviare lo studio di questo fenomeno straordinario ed inspiegabile. Da allora in poi, varie ipotesi furono elaborate per capire quale fosse il misterioso meccanismo che consentiva agli astronauti di vedere da distanze lontanissime. Si ipotizzò allora che potesse dipendere dall’influenza delle radiazioni cosmiche sull’organismo umano, o dall’assenza di gravità, oppure dall’atmosfera che, per così dire, farebbe da lente di ingrandimento, grazie all’evaporazione dell’umidità della Terra stessa. Sta di fatto che l’occhio umano dallo spazio, sembra capace di una visione soprannaturale, che sfiora le prestazioni dell’ottica più avanzata, senza l’ausilio di alcuno strumento.
A questo proposito, l’astronauta ” Vitalij Sevast’janov” riuscì ad individuare la propria casa a due piani (nella città di “Soci”), mentre l’astronauta americano “Gordon Cooper” volando sopra le montagne del Tibet, poté scorgere non solo delle case, ma anche una locomotiva che viaggiava sui binari. Un altro fenomeno rilevante è quello per cui l’acqua degli oceani, dallo spazio sembra diventare, a volte, completamente trasparente, lasciando vedere perfettamente il fondo marino, con tutti i suoi dettagli: montagne, depressioni, fosse, dorsali, valli e persino la vegetazione sottomarina; esattamente come si distinguerebbe un normale paesaggio terrestre, da un aereo in volo a bassa quota, in una giornata limpida.
Voci dall’universo
Alcuni pionieri dello spazio sembrano essersi imbattuti, durante i loro numerosi viaggi nel cosmo, in enigmatici fenomeni e misteriosi eventi soprannaturali. Molti di loro hanno udito improvvisamente voci strane, appartenenti talvolta a persone note, mentre altre volte si trattava di voci sconosciute o frammenti di dialoghi incomprensibili o ancora di musiche inconsuete e bizzarre.
Altri, anche in gruppo, videro comparire a bordo della loro navicella, strani oggetti luminosi. E tutti ricorderanno lo stupore di uno degli astronauti americani che, sulla Luna, notò tracce dell’attività di esseri extraterrestri. In particolare, durante l’avvicinamento dell’Apollo alla Luna, sugli schermi comparve, per ben quattro volte, una specie di “pupazzo di neve” (che fu anche filmato), del quale non si seppe comprendere l’origine.
“Vladislav Volkov”, morto tragicamente durante il suo secondo volo, fu il primo ad udire improvvisamente il latrato della famosa cagnetta “Lajka”, inviata nello spazio in un volo senza ritorno ed inoltre udì il pianto di un bambino e la dolce voce di una donna. Il collega “Jurij Gagarin” invece asserì di udire una musica celestiale e durante l’atterraggio si mise improvvisamente a cantare, solo che la canzone non era “Rodina slyshit…” come dichiarato ufficialmente, ma una canzone completamente diversa! Per non parlare degli UFO che, fin dalle prime spedizioni spaziali, seguirono l’uomo mentre penetrava nello spazio ignoto, oltrepassando i confini terrestri.
È un vero peccato quindi che una tale quantità di informazioni e testimonianze sia stata secretata e tenuta nascosta negli archivi segreti. Soltanto dopo che “V. Ivanov” – Generale e capo delle forze spaziali russe – riferì di aver avvistato tre velivoli non identificati in volo su “Baikonour”, si aprì un piccolo spiraglio e le informazioni sugli UFO incominciarono in parte a filtrare.
Scherzetti mistici
I mistici sostengono che chiunque sia stato nello spazio, soprattutto per periodi prolungati, al ritorno sulla Terra, dal punto di vista spirituale sia una creatura completamente diversa. Secondo queste persone, chi si accosta ai misteri dell’universo e intraprende esperienze così estreme come il volo spaziale, non può che esserne trasformato.
Gli psicologi che studiano gli astronauti, sostengono che l’essere umano quando si trova in una situazione non ortodossa o anomala, come quando si trova nello spazio per giorni o settimane, in un ambiente estraneo e a “tu per tu” con l’ignoto, osservando la Terra dal di fuori, possa reagire all’impressione di quelle sensazioni straordinarie, cambiando e trasformando un po’ sé stesso.
Senza parlare del fatto che gli astronauti – oltre ad affrontare situazioni prevedibili – spesso si imbattono anche nell’inatteso, nell’inspiegabile, vivendo a volte addirittura momenti di puro terrore, come per esempio durante incontri o interazioni con creature extraterrestri o avvistamenti di dischi volanti o altri oggetti non identificati. Queste esperienze ovviamente mettono a dura prova l’equilibrio psichico di un essere umano, segnandolo profondamente.
Naturalmente per gli scettici è facile collegare tutto questo a possibili sindromi allucinatorie, a tensione e stress causati dalle condizioni di confinamento nello spazio, per periodi di tempo prolungati. Ma è davvero questa la giusta chiave di lettura di tali accadimenti?
Gli scienziati si arrovellano quindi nel tentativo di spiegare questi fatti strani, anomali, questi fenomeni paranormali che accadono agli astronauti, alla loro coscienza, senza tuttavia riuscirci. E gli astronauti dal canto loro, di norma, preferiscono non raccontare queste loro “esperienze particolari” vissute nello spazio, perchè temono di essere classificati come schizofrenici e quindi essere espulsi dalle missioni spaziali. Solo a distanza di molti anni, qualcuno di loro si è lasciato a volte sfuggire qualche accenno a questi episodi.
In particolare fu un collega dell’astronauta “Sergej Kricevskij” che una volta fece un accenno del genere. Costui aveva trascorso circa sei mesi sulla “stazione orbitante MIR”. E un giorno, si rese conto, all’improvviso di essere in grado di prevedere e di conoscere in anticipo, molti eventi che si sarebbero verificati solo più tardi sulla Terra, come catastrofi naturali e mutamenti politici. In sostanza egli sembrava ricevere un potente flusso di informazioni da qualche fonte esterna, al di fuori di sé…forse “dallo spazio?”
La sua intuizione si era inoltre incredibilmente acuita. Era ad esempio in grado di sapere quale settore o impianto della stazione orbitante, si sarebbe guastato nell’immediato futuro e che cosa era necessario riparare immediatamente. Quindi anche se queste operazioni non rientravano nelle procedute previste, si sentiva obbligato ogni volta ad eseguirle. E ogni volta constatava la fondatezza di queste sue premonizioni.
Il bello venne quando incominciò anche ad “uscire dal corpo” e a visitare mondi sconosciuti. Durante uno di questi viaggi, cosiddetti astrali, sentì di avere assunto l’aspetto di una specie di dinosauro. Poteva sentire e vedere in modo assolutamente reale il proprio corpo, le zampe, le membrane fra le dita, le scaglie, gli artigli… In seguito anche altri astronauti parlarono di fenomeni simili, accaduti anche a loro.
Ma allora perché la letteratura seria e i resoconti pubblici non recano traccia di questi episodi?
I motivi possono essere molteplici e facilmente intuibili. Per quel che riguarda gli astronauti, che sono i primi ad essere reticenti in proposito, forse, la paura di infrangere regole consolidate e imposte loro dall’alto, ed ancor di più il timore di veder compromessa la propria carriera, rappresentano senza dubbio dei forti deterrenti.
Quando durante una conferenza un giornalista chiese al vice direttore dell’Istituto per lo studio dei problemi medico-biologici “Valerij Poljakov” (anch’egli astronauta e ricercatore, nonché eroe nazionale russo), se nello spazio avesse avuto incubi o strane visioni, facendo indirettamente riferimento proprio al collega di “Sergej Kricevskij”, questi rispose sviando il discorso e spiegando che, nonostante le severe precauzioni adottate, alcuni di loro potevano a volte, andare incontro a squilibri psichici.
In sostanza gli astronauti temono, parlando di certe esperienze, di vedere compromessa la propria carriera e con essa lo scopo di una vita intera. Quindi al limite incominciano ad aprirsi solo dopo essersi lasciati tutto alle spalle, quando non hanno più niente da perdere, al termine della loro carriera lavorativa. Ed è un vero peccato che qualcuno di loro non abbia mai parlato di tali fenomeni, nemmeno in un secondo tempo, mantenendo il silenzio fino in fondo.
L’inattendibilità e l’incompletezza delle conoscenze, purtroppo sono sempre foriere di conseguenze imprevedibili e potenzialmente negative. Ed è proprio per questo che l’umanità dovrebbe incominciare a preventivare la possibilità, per nulla remota, di un incontro con forme di vita diverse e molto probabilmente superiori, sia dal punto di vista tecnologico che spirituale; dovrebbe prepararsi a questo ipotetico contatto, e in quest’ottica informazioni uniche ed insostituibili, come quelle fornite da astronauti, che hanno potuto vivere in prima persona fatti ed avvenimenti tanto incredibili e delucidanti riguardo a questi temi, potrebbero risultare assolutamente preziose.
In questo modo l’uomo non sarebbe più impreparato a tali eventualità.
Tratto da: http://www.edicolaweb.net/ufost20d.htm
Estratto da “Ural’skij rabocij” (Ekaterinburg), n. 67 dell’11 Aprile 2002 (Trad. di Cinzia Caiani)
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