Finalmente!
di Lorenzo Merlo
L’assenza della politica sociale della sinistra non solo ha portato allo sbando, ma sostanzialmente sta spingendo per il ritorno di un uomo forte, quello che il suo vuoto ritornello dagli al fascista non è stato in grado di disinnescare.
Esauriti gli argomenti sociali, la sinistra ha cambiato pelle, testa e cuore. Ha seguito le scie profumate del progresso e scelto di disfarsi dei cenci puzzolenti di chi il progresso lo paga in sudore, salute e non solo.
Ha preferito genuflettersi alla chiesa del capitalismo, del globalismo, dell’ordoliberismo. Una trinità con i suoi comandamenti. Tra cui quello dei diritti civili. Uno degli occulti grimaldelli con i quali sta scardinando il tempio dell’umanesimo. Per loro non c’è nulla di sacro all’infuori del caterpillar con il quale spianano il passato per rendere il presente un’eternità uniforme, priva di differenze, per loro pragmaticamente inutili, superflue, anzi pericolose.
In tutte queste belle battaglie in nome del nostro bene, ha gettato via nel tempo tutto. La tuta, le mani sporche, la famiglia, il socialismo, l’uguaglianza, la cura dei lavoratori e dei disoccupati – una volta rispettivamente proletari e sottoproletari -, le battaglie per il divario di classe, il diritto al lavoro, alla casa e ai servizi sociali, le speranze di un popolo, gli ideali di giustizia e, con esso, tanti altri.
Ma non ha mai rinunciato a disfarsi dello spauracchio del fascismo. Ha comandato la cultura dal dopoguerra fino ad ora e non ha voluto risolvere civilmente, politicamente la questione. Anzi, tutta la sua politica ha sempre utilizzato come coagulante la retorica dell’antifascismo. Ancora oggi, nonostante il rischio fascista sussista in diluizione omeopatica, quantomeno in Italia. Per l’Ucraina, dove è invece presente in quantità nazista, i progressisti buttano il bilancino e sotterrano la testa.
Se fino agli anni della strategia della tensione e delle stragi di stato non era possibile smontare da quel suo cavallo di battaglia, dalla Milano da bere in poi il cavallo è diventato di Troia. Le è servito per entrare e restare nelle menti che, in ritardo sul presente, credevano ancora di essere la sinistra; che non avevano visto che la barca faceva acqua e il comandante stava scaricando a mare, un po’ alla volta, tutta la pesante, tradizionale, storica ricchezza del naviglio.
Ora, dopo averlo sentito dire da tutte le parti e da più tempo, ma mai ascoltato, si interroga sulla percentuale residua, di quel suo popolo andato eroso, che per cieco fideismo non ha avuto la forza di ammutinare. E si risponde che deve tornare in strada, nelle piazze, che deve riprendere il contatto con la vita reale. A vederla da fuori, la vicenda corre sul filo dell’improbabile, in bilico, pronta a cadere tanto dalla parte della farsa, quanto da quella opposta, dell’orrore. I traditori, prima di altro, dovrebbero chiedere perdono.
Ma le cose che contano sono altre. Di fatto è prona, a culo in su, pronta a ricevere i fallici ordini dall’Europa, dal Mercato, dai paladini Americani della libertà. Pronta a sventolare una nuova Norimberga contro Putin, senza vergogna, fino al punto di dire “così i paesi come l’India, il Pakistan, il Brasile (i paesi del Brics, N.d.A.) capiranno cosa vuol dire avere relazioni con Putin”.
Nella totale refrattarietà a comprendere dove ci ha portato soprattutto la sua politica, non le resta che puntare tutto sui froci e compagnia arcobalenante. Compagine composta da persone tutte rispettabili, strumentalmente sfruttate in funzione della demolizione dei pilastri portanti di identità individuali, sociali, nazionali.
La sinistra, e ormai la politica tutta, preferisce Ursula e Joe. Non interessa che sotto il tailleur e il completo della democrazia schierano lobby d’interesse, corpi le cui carte di credito possono acquistare stati e ottenere politiche utili a mantenere il potere. Altrimenti perché, nonostante le loro parole imbrattate di diritti civili, non si occupano di Assange, degli Yemeniti e di tutti i depredati? Perché, invece di proteggerle, cancellano le culture? In un mondo mercificato, la risposta è la solita: perché non rendono.
L’impegno europeo della sinistra è massimo. È una ulteriore dichiarazione di radicale abbandono delle coste lavoratrici in cui aveva regnato. Il suo nuovo comando lo esprime. Ma la sua azione, spiritualmente vuota, vuole ancora essere riempita con l’imperituro dagli al fascista. Basta un tafferuglio tra parti politiche differenti per puntare il piede di porco sul presunto granello nero, il solo dell’arenile.
Senza la coperta che tira da più di settant’anni, non si sente esistere e dei suoi peccati gravi non si cura, né fa ammenda. Nelle loro giacche di tweed e scarpe di para, non si stanno avvedendo del più importante risultato della loro politica. Nient’altro che una silente e profonda spinta, che induce sempre più persone a cercare la salvezza in qualcuno che spazzi la miseria materiale e spirituale in cui versiamo. Persone che non aspettano altro che il momento in cui poter dire “finalmente!”.
L’assuefazione al degrado politico, che la sinistra crede senza limite, non è parte della fisiologia di tutti. Anzi, lo è via via meno. Il rigurgito nei confronti dello scempio sociale di cui è stata ed è protagonista, è sempre più evidente. E sempre più premessa di un epilogo grave. Verrà il momento dell’uomo forte, quello che una sana società non avrebbe mai germinato?
Articolo di Lorenzo Merlo
Fonte: www.fisicaquantistica.it
Libri di Lorenzo Merlo:
Sul fondo del barile
Primiceri Editore, Ottobre 2018
Un libro forse solitario che prova a fare il punto sulla situazione attuale, sul sincretismo tra Tradizione e Scienza quantistica, per sostenere come la via verso consapevolezza si stia facendo strada nella cultura occidentale un tempo solo materialistica. E per fare presente che anche in un momento di degrado generale possiamo trovare la linfa per compiere un passo verso ciò che i buddhisti chiamano liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Ovvero un passo evolutivo per avvicinarci alla realizzazione di sé e perciò di una società più corrispondente a quella che tutti abbiamo in mente.
Senza dire Io
Vivere, parlare, pensare Senza dire Io – Interviste a uomini come noi
Postfazione Paolo Lissoni – Primiceri Editore, Marzo 2021
Il libro si compone di due interviste a Paolo D´Arpini e Marco Baston, nonchè della Postfazione di Paolo Lissoni. Tre uomini per altrettante ricerche umanistiche di forma fortemente diversa tra loro, ma di sostanza identica, in quanto relativa all´evoluzione individuale/sociale.
AFGHANISTAN
Fede cuore ragione.
Victoryproject book, Milano, 2011
È un libro fotografico. Dedicato soprattutto ai sentimenti. Storie di persone che l'empatia sa riconoscere da ogni sguardo.
È un libro pieno di domande. La verità della fotografia fino a quando non mente? Che accadrà dopo il 2014, la data della ritirata della forza internazionale? Quanto il movimento talebano ha interessi internazionali? La natura dell'islam può essere avvicinata da un miscredente? Sono esistiti progetti di comunicazione per promuovere la centralità dello Stato? C'è qualcosa che possiamo sapere oggi, ad anni di distanza dai fatti, sui sequestri Torsello e Mastrogiacomo? Un mea culpa occidentale avrebbe un peso geopolitico? La democrazia è un valore da affermare con la forza? C'è un'unica realtà o ce ne è una di rubik dove ognuno ha diritto al lato che lo rappresenta? La guerra è un fatto in mano alle lobby o può vantare significati umanitari? Pulizia etnica e razzismo pasthun sono un delirio hazarà o corrispondono a dati di fatto? Quanto un fotografo sa di provocare una realtà piuttosto che un'altra spostando anche di poco il rettangolo dello scatto?
Essere Terra
Viaggio verso l’Afghanistan
Prospero editore, Milano, 2019
Un viaggio verso l’Afghanistan. “Verso”, perché non era possibile essere certi di arrivarci, entrarci, percorrerlo e uscirne: dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, guidando un mezzo personale e attraversando Balcani, Turchia e Iran. Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route” percorsa in questo libro. Così l’autore ha voluto celebrare quei pionieri “così utili per comprendere l’Europa e l’Asia, così attuali da far impallidire i diplomatici di oggi” con una narrazione ricca di senso critico, considerazioni e riflessioni di carattere storico e sociologico.
Essere Terra
Un viaggio di ricerca
Prospero editore, Milano, 2020
Degustare è la parola. Degustare apre a evocazioni ed emozioni a cui la voracità del consumo non ha accesso. Essere Terra – un viaggio di ricerca richiede al lettore il desiderio di degustare. Molti segreti lo richiedono per emergere dal fondo melmoso dei luoghi comuni, per raggiungere la superficie dell’evidenza e strabiliare nuovamente la normalità del quotidiano. Solo degustando si sale in macchina con l’autore, solo allora i paesaggi si ricompongono. Dal 1979, anno dell’invasione sovietica e inizio delle guerre tuttora in corso, pochi o nessuno avevano pensato e realizzato l’idea di raggiungere Kabul in solitaria, ma Essere Terra non è solo un libro di viaggio. Oltre allo scorrere di descrizioni di uomini e paesaggi, caratteri e convenzioni, Merlo segue le tracce di Annemarie Schwarzenbach, Ella Maillart e Nicolas Bouvier attraverso le loro opere, scritte lungo la stessa “central route”.
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