La profezia di Orwell
Sono passati più di sessant’anni da quando George Orwell pubblicò il suo romanzo profetico, “1984”, e alla luce degli eventi odierni, non c’è momento migliore per ricordare a noi stessi che ci stiamo rapidamente dirigendo proprio verso l’incubo così magistralmente descritto nel suo libro.
Se qualcuno volesse avere un’idea più precisa del mondo che le élite ci impongono, allora non dovrebbe far altro che leggere questo libro. “1984”, scritto nel 1948, viene descritto come una satira politica, ma è in realtà una profezia politica. Ovviamente non è possibile che Orwell sia stato in grado di fare una descrizione così accurata, senza avere in prima persona una profonda comprensione (o addirittura la precisa conoscenza) di come stesse andando il mondo o di quanto fosse stato già “architettato”.
Orwell aveva molti contatti nei circoli politici e frequentava l’élite dell’epoca presso l’esclusivo college di Eton, dove vengono educati i membri delle famiglie reali. E’ molto probabile che da lì egli abbia messo insieme le varie informazioni di come stavano andando le cose. Orwell lavorò, inoltre, per la BBC, quando questa era sotto il controllo del Ministero dell’Informazione, una organizzazione creata allo scopo di comunicare dis-informazione.
Orwell descrisse una società globale di totale controllo, in cui alle persone non è nemmeno consentito avere pensieri che siano in disaccordo con le autorità. Nel libro la gente è sottomessa alla “Psicopolizia”, che ha a che fare con chiunque si sia macchiato del crimine del pensiero. Nel mondo orwelliano alle persone non è permesso avere una vita propria e tutto ciò che esse fanno, o pensano, viene controllato. Il governo o “Partito”, è capeggiato dal “GF”, o “Grande Fratello”, che appare ovunque su manifesti che recano scritta la frase: “Il Grande Fratello vi guarda”…
Nella società descritta da Orwell, lo stesso Grande Fratello potrebbe benissimo essere un’invenzione per nascondere i veri controllori (vedi governanti e loro successori, controllati da forze di cui il pubblico non sospetta minimamente l’esistenza). Il Grande Fratello di Orwell può anche non esistere, ma al popolo viene propinata la storia della sua lotta per salvarlo dal terrorista Emanuel Goldstein, la presunta e primaria minaccia al mondo “libero”.
Goldstein è stato alleato del Grande Fratello durante la rivoluzione, narra la storia, ma si dice che sia diventato una parte integrante della confraternita, la “Resistenza” (vedi al-Qaeda, Osama Bin Laden e chiunque le autorità incolperanno per i prossimi atti terroristici di cui invece sono in prima persona responsabili). Orwell lascia intuire che anche Goldstein non esiste, o che è stato eliminato, ma fintanto che la popolazione crede nella sua esistenza e nella sua complicità negli atti terroristici, sosterrà le azioni intraprese dal governo per proteggere la gente da lui e dai suoi attacchi.
Orwell descrive così la sequenza degli eventi che hanno portato alla creazione dello stato del Grande Fratello. Una rivoluzione scoppiata nel Regno Unito si trasforma in guerra civile, e allo stesso tempo, l’Unione Sovietica invade tutto il continente europeo. A quel punto scoppia una Terza Guerra Mondiale fra i tre poteri emergenti di Oceania (che comprende la Gran Bretagna ed è governata da quelli che precedentemente erano gli Stati Uniti); Estasia (sotto il controllo di una Cina rivitalizzata); ed Eurasia (derivata dall’espansione dell’Unione Sovietica). Durante la lotta per il potere totale, centinaia di bombe atomiche vengono sganciate sull’Europa, sulla Russia occidentale e il Nord America.
Già dagli anni ’90 si parla di un possibile conflitto con la Cina, pianificato per dare il via all’imposizione di un governo mondiale. Col passare degli anni, sono svariate le fonti che prospettano una possibilità di questo genere, e tuttora arrivano notizie dai media che parlano di una Cina “rivitalizzata” e delle sue enormi potenzialità militari ed economiche.
La divisione del mondo in giganteschi superstati sta avvenendo oggi con l’Unione Europea, l’Unione Africana e con il progetto di una Unione Americana e del Pacifico. I tre superstati di cui si parla in “1984”, alla fine si rendono conto che una situazione di stallo in cui la guerra sia continuamente presente (vedi lotta, o guerra al terrorismo) è ben più efficace della vittoria. Una guerra costante mantiene le persone ben concentrate e occupate nella fabbricazione di armi e altri articoli da utilizzare nel conflitto.
Il tenore di vita è spaventoso, perché si è giunti a capire che una popolazione povera e bisognosa è più facile da controllare, rispetto a una che vive nell’abbondanza. Le tre superpotenze prendono il sopravvento su gran parte del mondo, ma lasciano ufficialmente “libera” una zona, in modo da avere qualcosa per cui combattere. Questa zona “contesa” include metà dell’area del Nord America, il Medio Oriente, il sud dell’India e, più giù, l’Indonesia e l’Australia settentrionale. Le fazioni belligeranti raramente combattono sul loro territorio. La “Pista Uno” (Airstrip One, il nome ufficiale della Gran Bretagna) apparentemente è l’obbiettivo dei “missili razzo” euroasiatici, ma viene insinuato che sia il governo dell’Oceania a sferrare questi attacchi sul proprio territorio per convincere la popolazione cittadina della Pista Uno di trovarsi sotto assedio costante (ecco di nuovo la lotta al terrorismo, l’11 settembre e gli attentati dinamitardi di Londra ecc.).
Giunti nell’anno 1984, la Pista Uno diventa uno stato in mano alla polizia e null’altro che una provincia dell’enorme Oceania (vedi Unione Europea). Il popolo è segregato in tre classi: il Partito Interno, il Partito Esterno e i Prolet, i “proletari”, controllati dai quattro ministeri all’interno di potenti strutture a piramide. I nomi dei ministeri sono in linea con la manipolazione orwelliana basata sulla legge del linguaggio, che lui chiama Neolingua.
La Neolingua impone di chiamare ogni cosa con un nome che sia esattamente l’opposto della sua reale funzione. I ministeri orwelliani sono:
– Il Ministero della Pace: il suo compito è quello di assicurare guerre continue.
– Il Ministero dell’Abbondanza: è responsabile del controllo del cibo e di altri beni di consumo attraverso il razionamento.
– Il Ministero della Verità: ha il controllo della propaganda per impedire alle persone di conoscere la verità.
– Il Ministero dell’Amore: il suo ruolo consiste nella sorveglianza, nell’identificazione di “dissidenti”, nel loro arresto e nelle torture inflitte nell’ignominiosa Stanza 101. Tutto questo è stato ideato per far sì che essi amino il governo che li controlla.
Il protagonista del romanzo di Orwell è un personaggio chiamato Winston Smith, membro del Partito Esterno, che vive tra le rovine di Londra, la città principale di Airstrip One (la Gran Bretagna). I suoi genitori sono morti durante la guerra civile e lui viene reclutato dal movimento SocIng (Socialismo Inglese). Gli viene assegnato un incarico al Ministero della Verità, che controlla tutti i mezzi di comunicazione nel superstato dell’Oceania. Uno dei suoi compiti è quello di riscrivere i documenti storici per conformarli alla versione dei fatti voluta dal Partito.
Il concetto è quello di fare in modo che il “passato” corrisponda all’espediente politico necessario a giustificare le azioni in corso. Winston, invece, vuole conoscere la storia vera e cerca di svelare la verità proibita (vedi Julian Assange). Tiene anche illegalmente un diario di ciò che accade (vedi Wikileaks).
Mentre lavora al Ministero della Verità incontra Julia, una ragazza-meccanico addetta alle “macchine scrivi-romanzi”, con la quale inizia una relazione clandestina. Non esistono libertà personali e questo vale anche per le relazioni amorose. Il sesso praticato per piacere viene scoraggiato e impiegato soltanto al fine di procreare nuovi membri del Partito. L’inseminazione artificiale è il metodo preferito. La vita sessuale viene regolata da due parole in Neolingua, “sessoreato” (immoralità sessuale) e buonsesso (castità). La parola sessoreato copre tutti i misfatti sessuali, tra cui la fornicazione, l’adulterio, l’omosessualità e i rapporti eterosessuali fini a se stessi. Tutti sono puniti con la morte. Ai giorni nostri l’espressione “ reato sessuale” (sessoreato) è più che mai in uso.
Winston e Julia sono costretti a incontrarsi in campagna, lontani dalle telecamere di sorveglianza, in una stanza sopra un negozio di antichità. Winston inizia a mettere in discussione le bugie del SocIng e la struttura del Partito, e la coppia viene presa di mira dalla Psicopolizia e da un membro del Partito Interno di nome O’Brien, che finge di far parte della Resistenza. O’Brein dà a Smith una copia del “libro” che propaganda il SocIng, presumibilmente scritto dal “terrorista” Emanuel Goldstein.
Winston e Julia vengono arrestati dalla Psicopolizia e portati al Ministero dell’Amore (luogo in cui i dissidenti vengono torturati e giustiziati) per essere interrogati. Durante la tortura, O’Brein dice a Winston che lo scopo non è quello di riuscire a ottenere da lui una falsa confessione. Al contrario, l’idea è quella di servirsi della tortura e della “terapia” dell’elettroshock per cambiare il suo modo di pensare e per “curare” il suo odio verso il Partito.
La riprogrammazione ha successo, e lo si capisce dalla frase con cui Orwell termina il libro: “Ora amava il Grande Fratello”. Winston scrive anche “2+2=5”, a conferma del fatto che ha perso il controllo della propria mente. La cosa interessante è che per distruggere i sentimenti di Winston nei confronti di Julia, i “torturatori” si servono della sua paura dei topi, una delle principali tecniche impiegate su bambini e adulti nei progetti di controllo mentale, da parte del governo per ottenere milioni di schiavi della mente a servizio del Programma globale. Prima si scopre cosa terrorizza maggiormente la vittima, e poi gli si fa provare l’esperienza. Potrebbe essere la paura dei ragni, dei serpenti o, nel caso di Winston, dei topi. Questo stato di puro terrore viene manipolato per “rifare” i circuiti della mente e la sua percezione della realtà.
Programmare il linguaggio
Il tema centrale di “1984” è il controllo mentale sul singolo e sulle masse attraverso la paura, il trauma e la manipolazione del linguaggio. Ai giorni nostri quest’ultimo viene espresso in maniera molto più evidente attraverso la cosiddetta “political corretness”(correttezza politica) e i “discorsi di incitamento all’odio” o il “crimine di odio”. Sono termini che potrebbe aver inventato Orwell, il quale spiegò come il linguaggio sia fondamentale per la percezione.
Orwell coniò il termine “Neolingua”(ovvero la lingua ufficiale dell’Oceania), e nel suo romanzo il numero di parole disponibili viene ridotto di anno in anno (vedi il linguaggio che si usa per mandare messaggini con i cellulari, che oggigiorno adempiono precisamente a quel compito).
La Neolingua si basa sulla premessa che meno parole sono disponibili e meno efficacemente è possibile esprimere il proprio punto di vista. Ma la cosa va ben oltre. In questa realtà noi pensiamo con le parole e limitare il linguaggio disponibile significa far diminuire persino la capacità di pensare liberamente. Come riportava un articolo in Internet: “Siamo in grado di comunicare il bisogno di libertà, o di organizzare una sommossa, se non abbiamo le parole né per l’una né per l’altra?”.
La Neolingua è stata ideata per eliminare ogni significato dal linguaggio, lasciando solo una inespressività che non dice nulla (vedi i discorsi della maggior parte dei politici), e sostituisce la lingua preesistente, ricca di sfumature, l’Archipensiero. Questo è ciò che sta accadendo oggi. Nella Neolingua la parola “libero” esiste ancora, ma può essere utilizzata soltanto in frasi tipo “il cane è libero dalle pulci” oppure “questo campo è libero dalle erbacce”.
Non può essere usata nel suo vecchio significato di “politicamente libero” o “intellettualmente libero”, dato che la libertà politica e la libertà intellettuale non esistono più, neppure come concetti e, di conseguenza, non hanno nome. “Cambiamento” è un’altra parola promossa dagli orwelliani. Generalmente viene utilizzata per suggerire che un’idea è più valida solo perché è “più nuova”; ma “più nuova” non sempre significa migliore. Nazismo e Comunismo erano “cambiamenti”.
Coloro che si oppongono alla “globalizzazione“ (la centralizzazione del potere globale e l’abuso criminale nei confronti dei popoli o dei Paesi più poveri), vengono chiamati “anarchici” o “dimostranti anti-capitalisti”, quando ciò a cui in realtà si oppongono è il “cartellismo”. A chi la pensa diversamente, o mette in dubbio le fondamentali insensatezze su cui si basa la gestione del mondo, viene etichettato con il nome di “estremista”.
Se vi opponete all’ingiustizia siete un “militante”. Un “tutore della pace” è qualcuno che occupa un’altra nazione, e il “processo di pace” è un mezzo per rabbonire un popolo oppresso nel tentativo di impedirgli di opporsi all’oppressione. E’ una “mappa stradale” senza destinazione, perché si vuole arrivare dove si è già. I cosiddetti “valori occidentali” sono quelli che vanno imposti al resto del mondo, quando invece si tratta di “valori” che non vengono applicati neppure in “occidente”(vedi “libertà” e “democrazia”).
“1984 “è già qui. Lo stato orwelliano del Grande Fratello è tra noi, ora, con un Programma volto a imporre soppressione e controllo in dosi sempre più massicce, fino all’instaurazione delle tecniche più estreme descritte da Orwell. Nel mondo di”1984” per indottrinare la gente venivano affissi tre slogan:
– La guerra è pace
– La libertà è schiavitù
– L’ignoranza è forza
Non è affatto una coincidenza che oggi ci vengano dette queste stesse cose, e di continuo. Sono tutte espressioni del bipensiero di Orwell, in cui due pensieri apparentemente in contraddizione sono invece considerati entrambi validi. Esistono molti esempi moderni in proposito. Quante volte avete sentito usare dai governanti e dai media espressioni come queste: “combattere per la pace”, “scendere in guerra per il desiderio di pace” o “intraprendere una “missione di pace”. Ma, ovviamente, qualsiasi dichiarazione che contenga un appoggio al “combattimento” o alla “guerra” non può riguardare la pace, ma solo il combattimento e la guerra.
Nella società da incubo pensata da Orwell non esiste un dibattito, perché si parte dal presupposto che il Partito non ha mai torto. Come scrive Orwell: “Perfino quando si usa la parola bipensiero è necessario ricorrere al bipensiero. Nel farne uso, infatti, si ammette di manipolare la realtà, ma con un novello colpo di bipensiero si cancella questa consapevolezza, e così via, all’infinito, con la menzogna in costante posizione di vantaggio rispetto alla verità”.
Impiegando il bipensiero il Partito è in grado non solo di bombardare il suo stesso popolo dicendogli che si tratta di un attacco nemico; i membri del Partito (inclusi gli stessi addetti alle armi) vengono indottrinati a credere che sono i nemici a sganciare le bombe. Un’altra parola usata nel libro di Orwell facente parte della Neolingua è “voltoreato”, cioè l’indicazione che una persona è colpevole di psicoreato in base alla sua espressione facciale. Lo stesso succede da noi; attraverso l’introduzione di nuove tecnologie e sistemi di sorveglianza, è possibile studiare il linguaggio del corpo e le espressioni facciali per individuare presunti “terroristi”.
Nel libro di Orwell c’è anche lo “stopreato”, ovvero sbarazzarsi di pensieri indesiderati allo scopo di prevenire uno psicoreato. Scrive Orwell: “La mente dovrebbe produrre un buco nero ogni qualvolta vi si affacci un pensiero pericoloso. Un simile processo dovrebbe essere automatico, istintivo. In Neolingua lo chiamano stopreato. Cominciò a fare esercitazione di stopreato. Si raffigurava proposizioni del tipo “il Partito dice che la Terra è piatta”, “il Partito dice che il ghiaccio pesa più dell’acqua”, poi si allenava a non vedere o a non capire gli argomenti che contraddicevano simili conversazioni”.
Orwell dice che sul finire del XX secolo la tecnologia sarebbe stata guidata da due cose: “La guerra e il desiderio di determinare il pensiero di un altro essere umano”. Ed è infatti questa la nostra condizione odierna, con l’innovazione tecnologica motivata anche da metodi di controllo e sorveglianza sempre più sofisticati.
Orwell scrive anche del “teleschermo”, un oggetto obbligatorio in ogni casa, la cui funzione è quella di trasmettere costantemente messaggi propagandistici ma anche di filmare e registrare ogni attività e conversazione (vedi anche telefoni cellulari). Ecco la visione di Orwell riguardo alla sorveglianza e all’indottrinamento per mezzo del teleschermo: “Il teleschermo riceveva e trasmetteva simultaneamente. Qualsiasi suono che Winston avesse prodotto, al di sopra di un sommesso bisbiglio, sarebbe stato colto; per tutto il tempo, inoltre, in cui egli fosse rimasto nel campo visivo comandato dalla placca di metallo, avrebbe potuto essere, oltre che udito, anche veduto.
Naturalmente non vi era nessun modo per sapere esattamente in quale determinato momento vi stavano guardando. Quanto spesso e con quali principi la Psicopolizia veniva a interferire sui cavi che vi riguardavano, era pura materia per congetture. E sarebbe stato anche possibile che guardasse tutti, e continuamente. Ad ogni modo, avrebbe potuto cogliervi sul vostro cavo in qualsiasi momento avesse voluto. Si doveva vivere, o meglio, si viveva per un’abitudine che era diventata, infine, istinto, tenendo presente che qualsiasi suono prodotto sarebbe stato udito e che, a meno di essere al buio, ogni movimento sarebbe stato visto”.
L’aspetto che riguarda la propaganda attraverso il teleschermo è già operativa da molto tempo. E’ ciò che chiamiamo “televisione”, che bombarda la mente collettiva con la versione ufficiale della vita, ogni giorno, tutti i giorni. Fox News, CNN, BBC sono solo alcuni esempi tra i più eclatanti, ma l’intero sistema dei media convenzionali ha praticamente la stessa impronta. Anche se ci sono canali a non finire, fondamentalmente si tratta di uno stesso canale che sforna notizie secondo un’unica e indiscussa linea ufficiale.
Le assurde “spiegazioni” a eventi quali l’11 settembre diventano la “storia” universalmente accettata, semplicemente attraverso la ripetizione sui teleschermi e nei giornali (propaganda scritta) e la soppressione delle indagini per stabilire se la versione ufficiale dei fatti regge a un esame minuzioso. Inoltre, la tecnologia che ci è permesso avere è indietro anni luce rispetto a quella che esiste realmente, e il grado di sorveglianza è già molto, ma molto più vicino a quello dei teleschermi orwelliani di quanto la maggior parte della gente possa immaginare.
Persino la tecnologia che conosciamo contempla ormai livelli di sorveglianza incredibili. Provate ad andare in Inghilterra e a camminare per le strade di una città e vi ritroverete a passare da una videocamera all’altra, mentre gran parte del vostro percorso viene filmato. In quasi tutti i negozi succede la stessa cosa, così come quando prelevate dei soldi da un Bancomat.
Attualmente è anche operativa una tecnologia applicata ai veicoli, che consente di registrare nei dettagli ogni vostro percorso, e dei microchip in grado di immobilizzare a piacimento il vostro motore via satellite. In Gran Bretagna sono state introdotte videocamere di sorveglianza “parlanti” che permettono agli operatori di dare ordini alla gente per strada, proprio come i teleschermi di Orwell.
Ciò che fate sul vostro computer, i siti in cui navigate o le vostre comunicazioni, tutto viene registrato e lo stesso vale per le telefonate. Le leggi che permettono di farlo legalmente aumentano di mese in mese e sono tutte giustificate dalla finta “lotta al terrorismo” derivata dalla finta versione dei fatti dell’11 settembre.
Nel suo libro Orwell parla di “prolet” o “proletari”, che costituiscono all’incirca l’85% della popolazione. Sono le masse non pensanti, viste dalle autorità come bestiame, proprio come succede oggi. Poi ci sono i “nutriprolet”, le “notizie” fabbricate ad arte per “intrattenere” e ottundere la mente delle masse, abbassandone il livello culturale e impedendo loro di pensare liberamente. C’è poi la “non-persona”, qualcuno levato dalla circolazione e cancellato da ogni documento, che a poco a poco cessa ufficialmente di esistere (vedi Guantanamo Bay e coloro che sono semplicemente scomparsi per non comparire più). Parlare di una “nonpersona” è uno “psicoreato”, proprio come evidenziare le sofferenze, gli affronti e le ingiustizie imposte ai detenuti di Guantanamo Bay è considerato “appoggio ai terroristi”.
Qualsiasi notizia pubblicata da qualche parte che metta in cattiva luce il governo orwelliano viene descritta in Neolingua come “malriportata” o “malcitata”. Ancora una volta le autorità non sbagliano mai. Anche oggi vediamo i programmi “antiterroristici” orwelliani introdotti per incoraggiare e ricompensare quei cittadini che si sorvegliano a vicenda e che denunciano alle autorità i loro vicini, colleghi, clienti e anche compagni di studi.
Quando uscirete di casa e girerete per la città, piccola o grande che sia, praticamente tutto ciò che farete verrà osservato e filmato. Poi accadrà anche dentro casa vostra, come Orwell aveva previsto. Forse non c’è neppure bisogno di dire “poi”… Come scrisse Orwell: “Se volete farvi un’idea del futuro, immaginate uno scarpone che calpesta una faccia, per sempre”. Questo non deve per forza accadere, ma accadrà, se non ci daremo da fare sul serio.
Come Orwell possa essere stato così profetico e preciso è meno importante del fatto che lo fosse. Se volete vedere come sarà il futuro, a meno che non ci risvegliamo velocemente, leggete “1984” e lo avrete dinnanzi a voi.
Se è un mondo che non desideriamo sperimentare, allora è arrivato il momento di chiederci: “Cosa sto facendo io al riguardo?” Se la risposta è “niente”, non dovete lamentarvi quando sentirete la porta che conduce alla libertà chiudersi dietro di voi, ed è proprio questo che succederà se l’indifferenza o anche lo sdegno non si trasformeranno al più presto in azione.
Fonte: freeondarevolution.blogspot.it
Meno male che Orwell c’è… !