Le Catene Nascoste
di SiriusB
Non c’è bisogno di catene quando la mente è legata. Non c’è bisogno di fruste quando il corpo è già legato ad un giogo invisibile.
Come l’Alveare ci Schiavizza Attraverso la Finanza e la Tassazione
Il mondo in cui viviamo non è libero. Non siamo liberi. Siamo schiavi, non di nome ma di fatto: il nostro lavoro è stato sottratto, il nostro tempo rubato, i nostri sogni ridotti a mera sopravvivenza.
E il più grande trucco è stato quello di farci credere che questo fosse normale. Nei tempi antichi, l’oppressore indossava un’armatura, portava una spada e prendeva ciò che voleva con la forza. Ma l’oppressore moderno indossa un abito, porta un libro mastro che estrae con silenziosa efficienza.
Questa è l’era dell’Alveare, una forza parassitaria che si è avvolta attorno alla civiltà, nutrendosi della fatica di molti senza produrre nulla di valore. Non costruisce. Non crea. Non innova. Drena soltanto.
L’Alveare
I banchieri costituiscono l’Alveare, architetti di elaborate frodi, evocando moneta dal nulla, intrappolando intere nazioni in una servitù perpetua. L’esattore delle tasse incarna l’autorità dell’Alveare, estraendo meticolosamente ore di vita attraverso l’astuto meccanismo della tassazione, una appropriazione santificata dall’editto burocratico.
Osservate inoltre: tutti coloro che non fabbricano nulla di tangibile, il cui unico scopo è l’infinita propagazione di scartoffie, appartengono anch’essi irrevocabilmente all’Alveare. Formano una burocrazia implacabile, fabbricando regole e regolamenti per oscurare la loro predazione sotto strati di complessità artificiale. Avvocati, contabili, responsabili della conformità: figure di sterile predominio, la cui stessa esistenza dipende dal soffocamento perpetuo del lavoro produttivo.
La loro fedeltà non si fonda sul progresso umano o sulla coltivazione della società ma sulla sovrastruttura parassitaria che prospera sull’energia umana prosciugata in moduli, tariffe e multe. Pertanto, è indiscutibilmente chiaro che questo non è un ordine sociale benevolo: è piuttosto una sottomissione sistematica, un assalto orchestrato all’autonomia.
L’Alveare tesse le sue catene con inchiostro e firme anziché con ferro e acciaio, eppure legando con altrettanta ferocia. Riconoscere questa realtà resta un imperativo poiché il riconoscimento avvia la resistenza.
Il metodo di schiavitù non è dunque una catena fisica ma un sistema di controllo finanziario e burocratico così profondamente radicato nella società che la maggior parte delle persone non lo mette mai in discussione.
Tasse, inflazione, tariffe, regolamenti e sanzioni: ognuno di questi aspetti costituisce una piccola incisione, un lento drenaggio della nostra energia, della nostra ricchezza, della nostra libertà. Lavoriamo per tutta la vita, eppure quasi il settanta percento di ciò che guadagniamo ci viene sottratto da mille mani nascoste.
E per cosa? Strade? Scuole? Servizi? No. Il sistema non è progettato per sostenerci. È progettato per sostenere sé stesso, per crescere, per nutrirsi di noi indefinitamente.
I Meccanismi di Controllo
Il potere dell’Alveare risiede nella sua capacità di operare in bella vista, camuffando il suo parassitismo da governo, l’appropriazione per necessità. Si presenta come l’ordine naturale delle cose, quando in realtà è una costruzione artificiale costruita per estrarre piuttosto che per fornire.
Inizia con la tassazione, la forma più palese di sottrazione, in cui lo Stato reclama una parte di ogni banconota prima ancora che arrivi nelle nostre mani. Imposta sul reddito, imposta sulle vendite, imposta sulla proprietà, imposta sulle plusvalenze: ognuna di esse prende e non dà mai.
Ma la tassazione da sola non basta. L’Alveare capisce che la sottrazione diretta ha dei limiti; le persone resisteranno se spinte troppo oltre. E così, ha ideato metodi più sottili. L’inflazione è uno degli strumenti più insidiosi della schiavitù. Manipolando la valuta e svalutando il denaro nel tempo, l’Alveare assicura che anche coloro che risparmiano e investono vengano comunque prosciugati.
Il potere d’acquisto dei nostri guadagni si erode mentre il costo della vita sale alle stelle, costringendoci a lavorare di più solo per mantenere lo stesso tenore di vita. Una tassa silenziosa, un soffocamento lento. Poi ci sono le commissioni e le sanzioni nascoste che infestano ogni aspetto della vita quotidiana. Vuoi possedere una proprietà? Paga una quota annuale per il privilegio di esistere su un terreno che hai già acquistato. Vuoi guidare? Paga la registrazione, paga le tasse sul carburante, paga i pedaggi stradali. Vuoi avviare un’attività? Paga una licenza, paga la conformità, paga le ispezioni.
Ogni azione, ogni movimento, ogni tentativo di autosufficienza è tassato, regolamentato e dissanguante. Non è un caso. È un sistema progettato non per incoraggiare la prosperità ma per garantire la dipendenza.
Un uomo libero può andarsene, costruire, creare, provvedere a sé stesso. Un uomo tassato, un uomo che annega in tasse, multe e oneri finanziari, deve rimanere all’interno del sistema per sopravvivere. Deve lavorare non per sé stesso ma per l’Alveare.
La Grande Menzogna
Ci dicono che è necessario. Che senza tasse, senza regolamentazione finanziaria, senza queste infinite tasse, la società crollerebbe. Ma guardatevi intorno: cosa riceviamo veramente in cambio?
Le strade crollano. Le scuole falliscono. I governi diventano gonfi e corrotti. L’unica cosa che prospera è la macchina stessa progettata per estorcere da noi.
E coloro che traggono vantaggio da questo sistema? Loro non lavorano nei campi. Non costruiscono ponti. Non creano l’arte, la tecnologia, le idee che spingono avanti la civiltà. No, siedono in cima alla montagna dorata del lavoro rubato. Non costruiscono ma possiedono. Non sudano ma banchettano. Non creano ma controllano.
Il Risveglio
Per secoli, questo sistema è rimasto incontestato, protetto da leggi scritte dagli stessi parassiti che ne traggono beneficio. Ma la bugia si sta incrinando.
L’illusione si sta assottigliando. Sempre più persone stanno iniziando a vedere la gabbia invisibile che le circonda, le catene che le legano ad un lavoro infinito con poca ricompensa.
La domanda non è più se questo sistema sia ingiusto. La domanda è: cosa faremo al riguardo?
Un mondo costruito sull’appropriazione non può durare per sempre. Un sistema che prende senza dare, alla fine crollerà sotto il suo stesso peso. L’Alveare teme il giorno in cui ricorderemo chi siamo: i costruttori, i creatori, i veri custodi della civiltà.
Nel momento in cui smettiamo di alimentare il parassita, questo appassisce e muore.
La Tartaria era reale. Un regno millenario era in piedi, costruito da uomini liberi, governato dalla saggezza, non dalle sanguisughe.
L’hanno cancellato dalla storia perché temono ciò che rappresenta: un mondo senza l’Alveare, un mondo in cui gli uomini lavorano per sé stessi e non per padroni invisibili. E quando ricorderemo questa verità, le catene cadranno.
L’ora si fa tarda… ma il risveglio produce potere e la consapevolezza offre la chiave per la liberazione. Liberatevi, rivendicate la vostra sovranità e smantellate il dominio dell’Alveare, prima che non rimanga altro che il silenzio della sottomissione assoluta.
Articolo di SiriusB
Fonte: https://www.disclosurenews.it/it/le-catene-nascoste-siriusb/
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