Scoperta piramide nei fondali delle Bermuda
E’ stata scoperta una gigantesca piramide sul fondo del Triangolo delle Bermuda: si tratta dei resti della leggendaria civiltà di Atlantide?
Nei fondali dell’oceano, nel Triangolo delle Bermuda, degli scienziati canadesi hanno scoperto una città sommersa. Al largo delle coste di Cuba, un robot subacqueo ha fotografato le rovine di alcuni edifici, di quattro piramidi giganti e di quello che sembra essere una statua simile alla Sfinge. Gli esperti suggeriscono che le strutture appartengano alla civiltà pre-classica dei Caraibi e della storia centro-americana. L’antico insediamento potrebbe essere stato abitato da una civiltà simile a quella degli abitanti di Teotihuacan, località abbandonata che si trova a 50 km da Città del Messico, fondata 2.000 anni fa.
Il Triangolo delle Bermuda è uno dei luoghi più misteriosi, pericolosi e, talvolta, mortali di tutto il pianeta Terra. Per decenni, intrepidi esploratori hanno cercato di risolvere l’enigma che si cela dietro i misteriosi fenomeni generati in questa particolare zona del pianeta: bizzarri eventi meteorologici, sparizioni di navi e di aerei e altri eventi enigmatici, che non possono essere liquidati come fenomeni naturali. Lo stesso Cristoforo Colombo, già secoli fa, registrò nei suoi diari, strani fenomeni luminosi e malfunzionamenti delle bussole.
Alcuni ricercatori indipendenti, sono convinti che questi misteriosi fenomeni siano imputabili a qualche tecnologia antica – o aliena – sommersa nelle profondità dell’Oceano Atlantico, un dispositivo ad altissima energia in grado di creare dei veri e propri portali spazio-temporali, capaci di trasportare uomini e cose verso altri mondi e altre dimensioni.
Ora un team composto da esploratori americani e francesi ha confermato, in maniera indipendente, una scoperta incredibile che ai ricercatori era già nota dal 1968: una struttura gigantesca, una piramide di cristallo, forse più grande della Piramide di Cheope in Egitto, parzialmente trasparente, situata sul fondo del Mar dei Caraibi, la cui origine, età e scopo sono del tutto sconosciute.
La base della piramide misura 300 metri per 200, e il vertice della piramide si innalza a circa 100 metri dalla base. Una struttura gigantesca, sulla cui cima sono visibili due fori molto grandi, attraverso i quali l’acqua del mare si muoverebbe ad alta velocità, generando vortici che influenzano fortemente anche la superficie del mare. I ricercatori impegnati sul luogo, ipotizzano che questo movimento vorticoso di acque possa avere qualche effetto sul passaggio di barche e aerei, generando incidenti e problemi, e quell’alone di mistero che circonda l’area.
Per quanto riguarda il materiale di composizione, dai risultati preliminari sembrerebbe che questa struttura sia fatta di vetro o di un simil-vetro (cristallo?), in quanto risulta completamente liscia e parzialmente traslucida. Comunque, per maggiori dettagli, i ricercatori rimandano ad uno studio più approfondito, che offrirà risultati che al momento è difficile immaginare.
Una scoperta o una ri-scoperta?
In effetti, quella fatta dal team internazionale non è una scoperta ex-novo, ma una conferma di una scoperta avvenuta, quasi per caso, già negli anni ’60. Secondo le cronache del tempo, la piramide fu individuata per la prima volta nel 1968 da un medico, Ray Brown, il quale si trovava in vacanza nei Caraibi a fare immersioni con i suoi amici al largo delle Bahamas, in una zona conosciuta come “La Lingua dell’Oceano“, a causa della bizzarra conformazione del fondale marino. Nel bel mezzo di una immersione, il dott. Brown raccontò di essersi ritrovato solo e a corto d’aria, e mentre tentava di raggiungere i suoi amici, guardando verso il basso, notò una massiccia struttura innalzarsi dal fondo dell’oceano: un oggetto lievemente illuminato dal sole e che sembrava avere la forma di una piramide. Non ebbe purtroppo la possibilità di studiare l’oggetto, a causa della situazione critica in cui si trovava.
Successivamente, nell’estate del 1991, il famoso oceanografo dott. Verlag Meyer, durante una conferenza stampa a Freeport fece una dichiarazione alquanto misteriosa. Meyer comunicò che durante una scansione con il sonar del fondale del famoso “Triangolo delle Bermuda”, il suo team trovo ben due piramidi gigantesche, più grandi delle Piramidi di Giza, ad una profondità di 600 metri.
Ma il fatto più sconcertante furono le dichiarazioni degli scienziati dell’epoca, i quali, una volta osservati i dati e fatte le dovute considerazioni, affermarono che la tecnologia per produrre il materiale di costruzione delle piramidi era sconosciuta. Infatti, si trattava di un elemento simile al vetro di grosso spessore. Quindi le ipotesi erano due: o le piramidi erano state costruite in tempi recenti – circa mezzo secolo fa – con un qualche materiale di ultima generazione, oppure, se si volevano collocare in un tempo più remoto, bisognava ipotizzare che non fossero di origine umana.
Poche notizie, imprecise e frammentate
Certo che se questa notizia dovesse essere confermata anche dai media “ufficiali”, non c’è dubbio che ci troveremmo di fronte ad una scoperta sensazionale. In Florida, a tale proposito, si sarebbe anche tenuta una conferenza di approfondimento, al quale avrebbero partecipato alcuni giornalisti locali. Eppure, al momento, aleggia una sorta di alone di segretezza o di studiato disinteresse.
La posizione ufficiale dell’archeologia classica, sembra essere quella di un sarcastico scetticismo, teso a ridicolizzare la scoperta. Eppure non è la prima volta che si scoprono piramidi sottomarine. Basti pensare alle piramidi di Yonaguni in Giappone, scoperte nel 1987, quando alcuni subacquei si immersero nelle acque a sud dell’isola, per studiare la grande popolazione di squali martello che si radunano in quella zona. Fu il giapponese Kihachiro Aratake, nel corso di queste immersioni, che scoprì per caso quella che gli sembrò una struttura architettonica, che nel suo insieme, richiamava le piramidi egiziane.
Da allora molti sono gli scienziati che hanno studiato il fenomeno, malgrado la presenza di forti correnti oceaniche, che rendono proibitive le immersioni. I fondali marini contengono quelle che sembrano essere le rovine di una antica civiltà formatasi alla fine dell’era glaciale. Sono inoltre state rinvenute tracce di flora, fauna e stalattiti che si formano abitualmente solo in superficie. La loro somiglianza con altri reperti del mondo antico ha portato qualcuno a teorizzare che potrebbero essere i resti di un’antica civiltà risalente a 10.000 anni fa. Altre analisi indicano che l’origine della struttura, che misura 120 m in lunghezza, 40 m in ampiezza e 20-25 m in altezza, possa risalire ad 8.000 anni fa.
Bisogna poi ricordare la piramide sommersa del lago Fuxian, in Cina, scoperta nel 2006 da Geng Wei, capo del dipartimento di ricerca di monumenti sottomarini del lago Fuxian, a Yuxi, che già aveva scoperto una serie di edifici in questo lago, il quale affermò al momento della scoperta: “Questa piramide è diversa da quelle che si trovano in Egitto dal momento che la sua sommità è piatta. Questo genere di piramide ricorda piuttosto gli edifici maya che presentano uno sorta di piattaforma anziché una punta”.
Chiaramente, se la notizia della scoperta della piramide sul fondo del Triangolo delle Bermuda venisse ufficializzata, le conseguenze sarebbero enormi. Gli archeologi si troverebbero costretti a trovare una spiegazione logico-razionale alla presenza di una piramide di cristallo sul fondo del Mar dei Caraibi. Ovviamente, il passo successivo sarebbe quello di dover affrontare uno dei temi più scomodi per l’archeologia ufficiale: ovvero la possibile esistenza di Atlantide. La Piramide dei Caraibi potrebbe infatti essere la prova dell’esistenza di un antico continente sprofondato nell’oceano, a seguito di un cataclisma di proporzioni globali. Il fatto poi che in ogni sito archeologico del pianeta, si rilevi la presenza di edifici a forma di piramide, potrebbe indicare che in passato, esisteva una civiltà globale evoluta, andata perduta a causa di qualche disastro planetario.
E’ la piramide di cristallo a causare i fenomeni nel Triangolo?
Alcuni ricercatori hanno ipotizzato per anni, che sul fondo del Triangolo delle Bermuda vi fosse una fonte di energia capace di interferire con le radiotrasmittenti e i radar. Se la leggendaria Atlantide esisteva davvero, questa piramide potrebbe essere ciò che ne rimane, ossia un potente meccanismo capace di produrre energia e rimasto intatto sul fondo dell’oceano. Un meccanismo che avrebbe funto da modello architettonico (e forse non solo) ed ispirazione, per culture successive sparse in tutto il mondo.
La piramide è infatti un tipo di costruzione presente in ogni angolo della Terra: Nord, Centro e Sud America, Est Europeo, Medio Oriente, Siberia, Cina settentrionale e centrale. Qualcuno ipotizza che ce ne sia una anche sotto i ghiacci del Polo Sud, ma lo spessore del ghiaccio – oltre 1 chilometro – non permette né conferme, né smentite. Si può affermare che le varie piramidi sparse in tutto il mondo, costituiscano l’indizio più evidente dell’esistenza dell’antico continente di Atlantide.
I ricercatori affermano che questa incredibile macchina energetica potrebbe essere in grado di attrarre e raccogliere i raggi cosmici dal cosiddetto “campo di energia” o “vuoto quantistico“, e che potrebbe essere stata utilizzata come centrale energetica dalla civiltà atlantidea.
Un reperto archeologico della mitica Atlantide?
Il dott. Maxine Asher, direttore del Research Association Mediterraneo Antico a Los Angeles, in un’intervista di qualche anni fa, dichiarò di essere convinto che Atlantide fosse una super-civiltà globale, esistita tra il 10.500 e il 10.000 a.C., e distrutta da una catastrofe di dimensioni globali; forse quella registrata nella Bibbia e conosciuta come “Diluvio Universale”.
Se dunque Atlantide è esistita veramente, probabilmente è da collocarsi alla fine dell’ultima era glaciale. La storia del suo affondamento si riferisce a massicce inondazioni, dovute ad un brusco innalzamento delle acque, innescato da uno scioglimento improvviso delle calotte polari. Le ricerche in proposito dimostrano che il livello del mare si è innalzato in quel periodo di quasi 400 metri, e quindi niente avrebbe potuto salvare Atlantide da un simile disastro, nemmeno una tecnologia molto avanzata.
Da questo punto di vista, il mistero delle Piramidi sul fondo del mare è risolto. Stiamo cioè semplicemente prendendo atto, dei risultati di un evento catastrofico che colpì la Terra migliaia di anni fa, generando un innalzamento del livello del mare, che spazzò via molte civiltà. Gli abissi degli oceani restano ancora oggi la grande frontiera sconosciuta dell’esplorazione umana. Ci troviamo infatti in un momento storico, nel quale, paradossalmente, la scienza conosce meglio la superficie della Luna che non le profondità degli oceani. Quindi, forse, l’esplorazione di tali profondità ci aiuterà ad esplorare anche le profondità del grande mistero dell’Uomo.
Fonte: http://portalemisteri.altervista.org/blog/scoperta-citta-nei-fondali-delle-bermuda/
Rivisto da Fisicaquantistica.it
CONSIDERAZIONE:
E’ davvero incredibile come noi esseri umani ci crogioliamo nell’apatia di una ignoranza questa si abissale.
La presenza di una intelligenza umana individuale non supera i 100 anni nella normalità e noi , come in questo caso, dopo 50 anni siamo ancora ad attendere lumi su un passato che potrebbe aprirci molti portali di conoscenza legati alle antiche vestigia di civiltà e esseri di cui poco o nulla sappiamo. Quando cresceremo tanto da aprire le porte alla conoscenza del nostro antico retaggio? chi e perchè ci vuole timorosi e ignoranti di ciò che eravamo? Amerei tanto avere risposte concrete ma ormai difficilmente dati miei 70 anni potrò sperare di avere, lumi, che altro non siano che prodotti di fantasia..